Carmelo Vigna – SULLA CONVENIENZA DELLA “RAGIONE PUBBLICA” PER UNA BIOETICA “DEMOCRATICA”
Una amichevole interlocuzione con Francesco D’Agostino Lo scorso 21 settembre venne pubblicato su “Europa” un manifesto con il titolo Una ragione pubblica per la bioetica. I firmatari (parte di area laica e parte di area cattolica) si rivolgevano al nascente Partito democratico, ma poi anche ad altre forze politiche. Volevano contribuire alla costruzione di un dialogo tra le due culture d’origine nelle delicate e complesse questioni legate alla vita umana. Ma non sembra che il Partito democratico si sia troppo incuriosito (non dico occupato) dell’iniziativa. La mente dei suoi esponenti era evidentemente versata in altro. E’ stato soprattutto il quotidiano “Avvenire” ad avvertire l’importanza della cosa e ha subito affidato a Francesco D’Agostino un giudizio di merito. Francesco D’Agostino ha prima allineato (27 settembre) una serie di riserve (“Che si tratti di buone intenzioni, non c’è dubbio; se a tali buone intenzioni possono seguire davvero fatti congruenti è però un’altra questione. Per quel che mi concerne sono piuttosto scettico”: così cominciava.). Io ebbi subito dopo a replicare – come uno dei firmatari – alle ragioni di questo “scetticismo”. La mia “lettera aperta” a D’Agostino venne pubblicata su “Avvenire” l’11 di ottobre, preceduta (!) da una replica di D’Agostino, in cui