Paradoxa, Anno XVI – Numero 3 – Luglio/Settembre 2022

Copertina piccola

Humanities. Quale spazio nell’era tecnologica? a cura di Adriano Fabris Ribadire  la superiorità delle humanities -Leitmotiv dei contributi del fascicolo- può sembrare una battaglia di retroguardia: il  paradigma  epistemologico dominante tende ad interpretare tecnologicamente persino il soggetto umano, nell’implicito rispecchiamento tra uomo e macchina. La messa a punto di alcuni strumenti concettuali fondamentali – come la  distinzione  tra  tecnica  e  tecnologia,  la  ricomprensione  di  quest’ultima  in termini di ambiente, la differenziazione tra conoscenza e machine learning – consente di far emergere fino a che punto la riduzione dell’agire umano a procedura, che di fatto sancisce la morte delle humanities, sia  un’operazione  che  muove,  appunto, dallo spazio umano  e  che  umana  resta  da  cima a fondo. L’inespungibilità dell’umano dal tecnologico, è un fatto. Tuttavia, va confermata tramite una decisa scelta etica.   Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo della Regione Lazio, Direzione Cultura e Lazio Creativo, Area Servizi Culturali e Promozione della Lettura, L.R. n. 24/2019, Piano 2022.   Indice:  

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Marco Bentivogli – IL FUTURO DEL LAVORO, UNA FORMIDABILE SFIDA

(estratto da Paradoxa 2/2019) Siamo prossimi alla confluenza di due grandi rivoluzioni, da un lato quella che sta avvenendo attraverso ciò che ci dicono le biotecnologie e le neuroscienze, dall’altro quella legata alle tecnologie ICT. Una convergenza che produrrà cambiamenti epocali per l’umanità. Non siamo dunque in un momento qualsiasi della storia, ma di fronte alla sfida più grande che la nostra specie affronta dopo la rivoluzione neolitica e quella industriale, che in poco più di duecento anni ci ha portato dal vapore all’energia atomica. Se nella prima rivoluzione industriale i motori a vapore e le strade ferrate prima, e l’elettricità poi, fecero compiere un grande balzo in avanti all’umanità liberandola in parte dal giogo del lavoro fisico, oggi grazie all’insieme delle tecnologie ICT e delle biotecnologie l’homo sapiens è sulla soglia di far compiere all’umanità un ulteriore balzo in avanti. Per la prima volta dalla sua comparsa sulla Terra, infatti, è alla portata dell’uomo un’evoluzione cognitiva rivoluzionaria, in cui la tecnologia rappresenta il catalizzatore del cambiamento. La conoscenza e la capacità e velocità di calcolo raggiunte stanno offrendo alla nostra specie la possibilità di ‘chiudere’ il cerchio della rivoluzione tecnologica, aprendo spazi inediti nei quali sperimentare un affrancamento dalla

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Veronica Neri – TECNOLOGIE DIGITALI ‘AFFIDABILI’. DALL’ACCOUNTABILITY ALL’AGIRE RESPONSABILE

(estratto da Paradoxa 3/2018) Premessa L’uso consapevole delle tecnologie digitali da parte dei giovani è diventato un obiettivo di primo piano in ambito educativo, come si evince del resto dal Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD), approntato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca già nel 2015 (http://www.istruzione.it/scuola_digitale/allegati/Materiali/pnsd-layout-30.10-WEB.pdf). Il sistema scolastico odierno si sta confrontando con nuove matrici formative in linea con lo sviluppo e la diffusione crescente (e irreversibile) delle tecnologie emergenti. Tale sviluppo, al contempo, impone l’elaborazione di un percorso di literacy specifica centrato sulle tecnologie stesse rivolto sia agli adulti che gravitano nel mondo della scuola sia ai così detti ‘nativi digitali’ (quei giovani cioè nati al tempo della rete, secondo la definizione di Paolo Ferri proposta in Nativi digitali, Bruno Mondadori, Milano 2011). In riferimento a questi ultimi si è manifestato un paradosso: i giovani si muovono con estrema naturalezza in un universo intermediale di cui spesso non colgono a pieno le potenzialità. Circa il 90% dei ragazzi (con particolare riferimento alla classe di età 11-20 anni) risulta essere utente regolare della rete, senza però sfruttare pienamente le risorse offerte da e attraverso tale mezzo non solo a fini di entertainment, ma anche didattici. Nel PNSD si

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