Maurizio Serio – ABBANDONARE IL CORPORATIVISMO PER UNA NUOVA RAPPRESENTANZA

(estratto da Paradoxa 2/2013) La questione della rappresentanza dei cattolici è da non pochi mesi al centro del dibattito culturale e mediatico, ammesso che un centro sia rinvenibile in una situazione assolutamente eccentrica quale è quella che sta attraversando la politica italiana. Lo stato di eccezione che accompagna la transizione dalla Seconda Repubblica a quella che al momento sembra essere una Neverland più che una tappa del processo di rinnovamento del sistema sembra giustificare e allo stesso tempo confinare in un limbo di irresponsabilità tutte le proposte che si vanno avanzando tra l’opinione pubblica non meno che tra i corridoi del Palazzo. Per dare concretezza al problema, sarà forse utile ripensare il nesso tra la cultura politica dei cattolici e gli assunti programmatici necessari a dare risposte all’elettorato, al fine di riconfiguare un corretto rapporto tra offerta e domanda politica, falsato dall’ortoprassi tecnocratica della quotidianità presente e dalla grande paura del déjà vu degli autoritarismi nell’immediato fu A nostro avviso è evidente lo svuotamento delle due grandi forme di rappresentanza della democrazia moderna, quella degli interessi e quella dei valori. La stagione della rappresentanza degli interessi ha coinciso con la stabilizzazione del compromesso costituzionale, che ha dato luogo alla democrazia

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