Paradoxa, ANNO III – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2009

Dove sta la coscienza? a cura di Marta Olivetti Belardinelli Quali eventi corporei manifestano la coscienza (e quali no)? Non è solo un problema teorico affascinante: immediati e talvolta drammatici i risvolti pratici. Si pensi soltanto all’evoluzione del libero arbitrio nel contesto degli sviluppi tecnologici odierni, che si mostrano potenzialmente in grado di distruggere la stessa possibilità di esercitare un volere conscio. «Paradoxa» 4/2009 offre, con la curatela di Marta Olivetti Belardinelli, una panoramica delle acquisizioni contemporanee nei diversi settori disciplinari interessati: filosofia, fenomenologia, robotica, computazione, psicologia, psicoanalisi, psicoterapia. La cautela adottata è quella di evitare gli scogli di una meta-definizione astratta del concetto di coscienza, indipendente cioè dalle sue manifestazioni nei sistemi cognitivi naturali e artificiali. Ognuno dei contributi non solo tenta di reagire, così, alle sollecitazioni derivanti dalle diverse branche elencate, ma fornisce anche un quadro delle possibilità di riposta alla domanda sulla sostanzialità della coscienza. Nell’articolare tali risposte, gli autori mostrano «sul campo» come la definizione degli stessi fenomeni e le modalità di accertamento varino anche internamente alla medesima disciplina, lungo un arco che va dalla semplice reazione non casuale a stimoli ambientali sino alla più alta consapevolezza della reazione stessa. Questi e altri spunti offerti dal

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Paradoxa, ANNO III – Numero 3 – Luglio/Settembre 2009

Il senso perduto della pena a cura di Francesco d’Agostino Il fascicolo 3/2009 di «Paradoxa», a cura di Francesco D’Agostino, riflette sul senso della pena nella società contemporanea a trent’anni dall’uscita di Perché punire di Vittorio Mathieu (20072), che ne firma l’editoriale. Nel contributo del curatore, il volume del filosofo torinese viene valorizzato per la sua capacità di formulare il quadro giuridico in una cornice metafisica, riportando il senso della pena alle origini dimenticate dalla scienza penale moderna. Senza trascurare il confronto con altre culture, come quella orientale analizzata nel contributo di Monateri, «Paradoxa» traccia così un percorso che dalla visione genuinamente metafisica della grecità conduce – con Saraceni – fino ai più problematici esiti applicativi odierni: ci s’interroga persino sulla possibilità di punire il cyborg e sulla definizione della colpa in riferimento alla confusione tra macchina e persona. Si profila un’evoluzione precisa che si muove tra due estremi. Da un lato, la concezione redistributiva tipica della cultura greca, che interpreta la pena come processo di distribuzione e punizione della colpevolezza. Dall’altro, la visione riabilitativa esemplificata nel diritto penale canonico, che legge la pena come restaurazione di un legame interrotto. Tra le due sembra collocarsi la riabilitazione che si svolge

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AA.VV., Determinismo e complessità, a cura di F. T. Arecchi, Roma, Armando, 2000, pp 238

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Partecipanti V. Balzani, C. Becchi, C. Bernardi, S. Bonometto, M. Bossa, G. Casati, G. Del Re, L. Donà Delle Rose, E. Garaci, G. Geraci, L. Iannotta, S. Invernizzi, V. Mathieu, B. Nicolescu, G. Prodi, G. Puppi, J. J. Sanguineti, G. Tanzella Nitti, G. Trautteur. Comitato Scientifico T. Arecchi, P. Blasi, G. Brenci, N. Dallaporta, F. Facchini, R. Ferro, L. Paoletti, G. Prosperi, P. Tundo In questo volume le nozioni di determinismo e complessità vengono trattate all’interno delle diverse scienze (fisica, biologia, chimica, matematica, antropologia) e nelle connessioni con altri temi-chiave nella comprensione della natura e dell’uomo, quali il nesso causale e il finalismo. Dal confronto di diverse prospettive emerge la difficoltà e la necessità del dialogo di specialisti di ambiti diversi sui rispettivi strumenti di comprensione del reale. Saggi di V. Mathieu, G. Prosperi, T. F. Arecchi, V. Balzani, B. Nicolescu, R. Ferro, F. Facchini, P. Tundo, S.Galvan.

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AA.VV., Globalizzazione e particolarità, a cura di L. Paoletti e S. Zamagni

Il fenomeno della globalizzazione è qui trattato a tutto tondo, dagli aspetti strettamente monetari e finanziari a quelli politici e culturali, dalle nuove affermazioni di identità che conseguono alla sempre maggiore integrazione, alle sfide che i nuovi processi propongono alla riflessione etica. Saggi di: E. Agazzi, A Benedetti,M. Ceruti,A.Fazio, J. G. Koorevaar, R. Lubbers, A. Martino, V. Mathieu, F. McHugh,L.Paoletti, A. Rigobello, V. Tanzi, P. Valenza, S.Zamagni, G. Zampaglione. Fascicolo Globalizzazione e particolarità

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AA.VV., Conflitto e mercato. Il mercato: regola o detonatore dei conflitti?… a cura di A. Massarenti, «Etica ed economia», V/2003 1 e 2

2003 - Etica ed economia

Conflitto e mercato. Il mercato: regola o detonatore dei conflitti? Analisi tipologiche, ricostruzioni storiche, prospettive Il numero monografico della Rivista «Etica ed economia» pubblica gli atti del convegno Il mercato regola o detonatore dei conflitti? Analisi tipologiche, ricostruzioni storiche, prospettive , svoltosi a Roma l’8 novembre 2003.

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AA.VV., Il bene cultura. Il male scuola, a cura di L. Lepri, Roma, Armando, 1999, pp. 240

1999 - Il bene cultura. Il male scuola

E. Agazzi, G. Bertagna, H. C. A. Chang, P. Farenga, I. Illich, M. Laeng, L. Lepri, R. Lizzi, C. Montedoro, E. Morin, M. T. Moscato, M. Pellerey, A. Rigobello, A. V. Zani Il titolo Il bene cultura. Il male scuola, è una intenzionale provocazione che suggerisce l’interrogativo: perché la scuola? Con esso si sottintende che la scuola debba “dar ragione” di se stessa in una misura molto più impegnativa che non sia la semplice ricognizione di certe condizioni fattuali e che si nutrono dubbi circa il suo senso, il suo valore, la sua funzione. All’inizio del volume alcuni contributi che scavano in questo perché rispondono con proposte articolate ed argomentate. Si passa poi all’analisi di che cosa si deve o si può insegnare, in base a quali obiettivi, finalità e criteri. Nella parte conclusiva ci si ricolloca nell’attualità della scuola esistente per illustrare esperienze di interazione con altri soggetti e proposte volte ad un complessivo miglioramento dell’istruzione.

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L. PAOLETTI, Uomo e tempo. Saggio di antropologia filosofica, Roma, Armando, 1999, pp. 205

1999 - Uomo e tempo. Saggio di antropologia filosofica

Il volume intende proporre una riflessione antropologica in quanto analisi del modo d’essere dell’uomo come realtà che esiste in un modo peculiare. Nel saggio tale peculiarità è studiata in rapporto al tempo, accogliendo quanto il pensiero occidentale (da Agostino a Bergson a Heidegger) ha approfondito, ma sviluppandolo attraverso un’analisi fenomenologica del modo umano di esistere, da parte dell’uomo, come “animale che indugia”. Questo concetto stesso di indugio o di attesa implica un trascendimento del tempo e, insieme, un’accettazione inevitabile della temporalità.

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AA.VV., Identità culturale e valori universali: Comenio e Vico, a cura di L. Lepri, Roma, Armando, 1998, pp. 128

1998 - Identità culturale e valori universali

F. Botturi, V. Mathieu, L. Lepri, L. Paoletti, J. Peskova, Z. Pinc, A. Rigobello L’interdipendenza di tipo tecnologico, economico, ecologico, acuisce il conflitto tra “universalismo” e “particolarismo”, conflitto che, per essere superato, necessita di una formazione radicata in una forte identità culturale ma capace, anche, di aprirsi a valori umani universalmente condivisibili. Se rivolgiamo uno sguardo all’indietro, nel tentativo di cogliere tale identità nella pregnante potenzialità del suo processo, incontriamo in Comenio e in Vico e nel loro comune sentire nei confronti di Cartesio, il futuro di quella modernità che è oggi, il nostro passato

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V. MATHIEU, Per una cultura dell’essere, Roma, Armando, 1998, pp. 93

1998 - Per una cultura dell'essere

Se la cultura è un processo attraverso cui l’uomo si avvicina all’essere, si può parlare di un primato della cultura: non perché l’attività culturale sia una tra tante altre, e superiore ad esse; bensì perché il suo essere non è una realtà data, acquisita una volta per tutte, bensì una finalità da raggiungere, una capacità da sviluppare. L’atomizzazione e la massificazione della vita, disconoscendo la natura della persona umana, producono il contrario di quella socialità che si cerca, confondono l’unità spirituale con una unità meccanica. L’unità dell’essere umano è potenza unificatrice del diverso, che non si appropria dell’altro per farsene un possesso, ma, al contrario, fa essere l’altro nella sua autonoma alterità, e lo lascia disponibile per tutti. Nel promuovere un’unità siffatta, inclusiva e non esclusiva, consiste la cultura. Alla luce della situazione di smarrimento dell’uomo contemporaneo dovuta alla perdita di riferimenti ideali si avverte la necessità di delineare un orizzonte dei valori fondato su una morale propositiva, non più come insieme di norme bensì, come proposta di contenuti positivi conferenti alla vita senso e pienezza di realizzazione.

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AA.VV., Il problema della fedeltà ermeneutica…, a cura di V. Mathieu e L. Paoletti, Roma, Armando, 1998, pp. 351

1998 - Il problema della fedeltà ermeneutica

Il problema della fedeltà ermeneutica. Nell’arte, nel diritto e nella cura dell’anima. B. Callieri, F. D’Agostino, A. Gaston, S. Givone, A. Lambertino, G. Levi, V. Mathieu, M. M. Olivetti, L. Paoletti, U. Perone, A. Poma, G. Riconda, R. Sacco, J. Strangas, W. Welsch, R. Wiehl, G. Zaccaria I contributi e la discussione fra specialisti di diverse discipline sull’interpretazione nell’estetica, nel diritto e in psichiatria e psicoanalisi, raccolti in questo volume, illustrano come in tutte le attività interpretative sia impegnata la persona nella sua interezza. Nella pluralità delle prospettive emerge il carattere ontologico dell’interpretazione: l’interpretazione fa i conti con un’ulteriorità del senso, mai del tutto posseduto ma ricercato e sperato.

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