Convegno – Conflitto e Immagine. Il conflitto tra narrazione e media: Dissoluzione dell’autore conflitti?

Roma, 26-27 novembre 2003 Palazzo de Carolis, Sala Minerva – Via del Corso, 307 La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. È uno strumento di guerra offensiva e difensiva contro il nemico (P. Picasso) I testi fondativi della nostra civiltà, la Genesi, l’Iliade, l’Odissea, attestano che l’intreccio di base di ogni narrazione è lo stesso intreccio che lega i contendenti in un conflitto: tra uomo e Dio, tra fratelli, tra nemici. È il conflitto, che costituisce come realtà l’umano, che si offre come materiale di narrazione reiterata e di simbolizzazione permanente? Sono le narrazioni e le simbolizzazioni che ci guidano alla comprensione di noi stessi e degli altri, imponendo il conflitto come chiave indispensabile di lettura di ciò che siamo? Che ruolo ha la rappresentazione nell’innesco dei conflitti, nella loro amplificazione e magari nella gestione costruttiva dei medesimi? Quali sono gli elementi caratteristici del linguaggio del conflitto, in particolare quando si tratti di un conflitto linguistico per eccellenza come quello politico? Tutto è favola, ha teorizzato Nietzsche: e questo può voler dire che le lotte che noi crediamo di cogliere nel reale sono appunto favola, modi del nostro pensare che possiamo leggere nel loro terribile potere e nelle

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AA.VV., Conflitto e narrazione. Omero, i mass media e il racconto della guerra, a cura di V. Mathieu, Bologna, Il Mulino, 2006 pp. 244

2006 - Conflitto e narrazione

A. Abruzzese, F. Battistelli, U. Curi, C. Jean, E. Manca, V. Mathieu, R. Rega, A. Scurati Vincolati reciprocamente da diversi legami, conflitto e narrazione costituiscono un intreccio difficile da dipanare: da un lato, infatti, la guerra va interpretata come una forma peculiare della comunicazione, piuttosto che come una sua interruzione; e lungi dal poter essere considerato un mero strumento di pace, il dialogo tra soggetti è anzitutto un’occasione di scontro. Le armi, dunque, sono anche parole, e le parole armi. Analizzando come il conflitto sia la trama originaria di ogni narrazione, e come d’altro canto ogni guerra venga inevitabilmente accompagnata da tentativi di reiscrizione in un racconto sensato, il volume propone la necessità di non occultare tale intreccio. La società della comunicazione di massa, infatti, non fa che accentuarne la rilevanza, esponendosi ancora più gravemente al rischio di letture ingenue e dai potenziali effetti esplosivi.

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