Vittorio Emanuele Parsi – PAURA E LIBERTÀ

(estratto da Paradoxa 1/2008) 1. La paura rende liberi La paura dell’uomo rispetto all’incertezza e all’insicurezza cui sono sottoposte le sue relazioni sociali è comunemente considerata la causa ultima del rapporto di obbligazione politica. Dal momento che l’uomo non può vivere un’esistenza “robinsoniana”, e poiché invece la possibilità di soddisfare i propri bisogni individuali dipende anche dalla collaborazione degli altri, la conformità dei comportamenti altrui rispetto a quanto ognuno desidera è requisito determinante per il conseguimento degli interessi individuali. In sostanza, dovendo l’uomo ricorrere a continui scambi con i suoi simili per procacciarsi le risorse necessarie a realizzare i suoi scopi, il successo è sempre esposto a un duplice rischio. In primo luogo non deve mai essere esclusa la possibilità che le ragioni di scambio possano variare, o che coloro con i quali ci siamo accordati per effettuare la transazione decidano improvvisamente di ritirarsi o di chiedere un prezzo spropositato e comunque diverso da quanto in precedenza pattuito. È il rischio dell’incertezza, cioè della situazione che sfida la sacralità del contratto, espresso nella massima pacta sunt servanda. Esiste poi un altro tipo di eventualità, ovvero quello di vedere la propria incolumità personale e il possesso dei propri beni esposti alla

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