Paradoxa, Anno XVI – Numero 4 – Ottobre/Dicembre 2022

Paradoxa 4/2022 - Copertina

Giovani e società. Fine della trasmissione? a cura di Mario Morcellini Il fascicolo si pone la domanda circa la possibilità che i giovani, nel passaggio generazionale di oggi, siano radicalmente disinteressati ad ogni interazione comunicativa tradizionale. Che la linea di trasmissione che consegna il passato alla nuova generazione si sia, di fatto, interrotta? I giovani da un lato, la società dall’altro?  ‘Loro’, virtualmente iperconnessi e di fatto isolati, colpiti da una pandemia che li ha resi più fragili; apparentemente refrattari a politica, cultura, religione, informazione. ‘Noi’, la società che variamente li guarda con curiosità, paternalismo, tenerezza, disapprovazione. A ben vedere, tuttavia, la situazione è più complessa di una semplice contrapposizione. La socializzazione assume nuove (piatta)forme di partecipazione. Responsabilità civica, giustizia sociale, solidarietà costruiscono nuove vie di comunicazione, nuovi obiettivi.    

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Seminario: La comunicazione al posto della politica

Roma, 9 aprile 2021, ore 15:30-17:00 Fondazione Internazionale Nova Spes, piazza Adriana 15 Seminario a partire da Paradoxa 3/2020, La comunicazione al posto della politica. Seminario in formula “mista”, con relatori in parte in presenza e in collegamento. Sono intervenuti: Eugenio Gaudio, Laura Paoletti, Mario Morcellini, Luigi Di Gregorio e Antonio Preiti; In collegamento: Lucia Annunziata, Ugo Intini, Francesco Giorgino, Gianni Cuperlo, Marzia Antenore e Francesca Rizzuto.

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Mario Morcellini – LA COMUNICAZIONE AL POSTO DELLA POLITICA. L’IMPATTO DEI MEDIA E DELLE RETI DIGITALI

(estratto da Paradoxa 3/2020) Premessa Il monografico si interroga su un trend ormai evidente ai ricercatori ma che occorre affrontare in termini sistematici, aprendo il dibattito non solo alle comunità scientifiche: è in corso da tempo un processo tutt’altro che graduale di sostituzione della politica con la comunicazione in tutte le sue declinazioni. Ad una lunga fase storica in cui i media si ponevano in un atteggiamento di narrazione e mediazione di temi e discorsi politici, si è avvicendata una stagione in cui essi finiscono per surrogare la politica, divenendo così la piattaforma vincente di interazione con la domanda ‘dal basso’ e con gli stessi pubblici. Si ha così la riprova di quanto sia più centrale che mai, nell’esperienza sociale degli uomini moderni, la dimensione simbolica e in particolare quella virtuale: diventa sempre più il terreno privilegiato di conflitto nel mercato dell’influenza e nell’economia dell’attenzione. Gli aspetti maggiormente critici dipendono in buona misura dalla difficoltà di aprire gli occhi sull’accelerazione quasi compulsiva dei processi in atto. È così che il gruppo di autori e studiosi di diverse generazioni e pertinenze scientifiche ha messo a fuoco nel presente numero caratteristiche e indicatori di questo prorompente fenomeno, senza trascurare le criticità che

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Laura Paoletti – COMUNICAZIONE E ‘SECOLARIZZAZIONE’ DELLA POLITICA

(editoriale di Paradoxa» 3/2020) A tutta prima si resta piuttosto disorientati quando il Curatore, proprio in conclusione dell’ampia (e utilissima) positio quaestionis con cui introduce queste pagine, ricapitola il discorso svolto definendo «la fase storica che stiamo vivendo come una ‘secolarizzazione’ della conoscenza e del comportamento sempre più tipica dei moderni» (p. 33). Sembra difficile, in effetti, trovare qualcosa di più estrinseco e meno pertinente, rispetto alla questione del rapporto tra politica e comunicazione, di un riferimento al complesso processo storico che consiste nella progressiva perdita di rilevanza della religione nella società moderna. In realtà l’effetto (voluto) di spaesamento è efficace nel richiamare l’attenzione del lettore sul paradigma teorico attivato dalla tesi cardine proposta da questo fascicolo. Se, infatti, ‘secolarizzazione’ è, in senso stretto, il trasferimento della proprietà di beni ecclesiastici allo Stato e, per estensione, il passaggio di concetti, competenze, poteri e strategie di legittimazione del potere, dall’ambito della religione a quello della politica, allo stesso modo la provocazione – e l’allarme – lanciata dai saggi qui raccolti è che la politica stia subendo oggi, quasi per contrappasso, un’analoga espropriazione ad opera della comunicazione. Stiamo insomma assistendo ad un passaggio epocale che può esser descritto come «sostituzione della politica con la

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Paradoxa, Anno XIV – Numero 3 – Luglio/Settembre 2020

La Comunicazione al posto della politica a cura di Mario Morcellini e Michele Prospero La politica si sta trasformando nella narrazione che è in grado di offrire di sé. La comunicazione, peraltro, soprattutto nella dimensione digitale, impone i suoi codici, i suoi linguaggi, le regole del ‘suo’ gioco al dibattito pubblico. Lo spazio virtuale spesso plasma letteralmente la realtà: ‘vero’ non è più ciò che corrisponde ai fatti ed è verificabile con dati oggettivi, ma ciò che persuade il sentire comune; ‘reale’ è ciò che viene creduto tale. I media diventano luogo privilegiato non solo di confronto, bensì di costruzione del consenso. Questo numero intende mettere a fuoco caratteristiche e indicatori di tale fenomeno, evidenziandone tratti e criticità.   Indice:    

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Tavola rotonda – Il lato oscuro della comunicazione. A partire da Paradoxa 2/2014

9 febbraio 2015, Roma Sala Perin del Vaga, Istituto L.  Sturzo – Via delle Coppelle 35 Partecipanti: Andrea Bixio, Carlo Donolo, Giacomo Marramao, Mario Morcellini, Stefano Petrucciani, Gennaro San Giuliano. L’incontro è organizzato in occasione dell’uscita del numero della rivista «Paradoxa» I guasti della comunicazione, a cura di Mario Morcellini (VIII, 2, 2014).

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Convegno – Conflitto e immagine: la comunicazione tra guerra e pace

12 maggio 2005, Roma Monte dei Paschi di Siena – Via M. Minghetti, 30a Uno dei risultati maggiormente apprezzati (da organizzatori e pubblico) del primo convegno frutto della collaborazione tra ISIMM e Nova Spes, Dissoluzione dell’autore?, è stata la felice contaminazione tra le due diverse prospettive di ricerca. I problemi legati al modo in cui i media riportano un conflitto sono stati esaminati nel quadro più ampio e poco consueto del rapporto tra il conflitto come tale (non soltanto quello bellico) e la narrazione: studiosi e operatori si sono interrogati sulla possibilità che non vi sia poi una radicale eterogeneità tra il racconto di un autore, nel senso forte del termine, e il resoconto di un inviato di guerra. Con questo stesso approccio «bilaterale» ISIMM e Nova Spes intendono ora affrontare il tema della comunicazione tra guerra e pace. Che i media abbiano un ruolo sempre più rilevante e attivo nella gestione concreta dei conflitti è fuori discussione: si tratta però di capire a quali condizioni e con quali modalità essi fungano da strumenti di guerra oppure di pace. Anche in questo caso l’intento è quello di sollecitare una riflessione critica sull’operato dei media, ma, per dir così, dall’esterno: una

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Paradoxa, ANNO VIII – Numero 2 – Aprile/Giugno 2014

  I guasti della Comunicazione A cura di Mario Morcellini Sappiamo molto sulla comunicazione e troppo poco sulle sue conseguenze. Che si tratti dei media tradizionali o di quelli digitali, l’overdose di informazione e di dibattito determina una nuova opacità, in virtù della quale qualsiasi tentativo di problematizzazione dello strumento comunicativo parrebbe destinato a risolversi immediatamente, in modo paradossale, in una sua riaffermazione performativa: il linguaggio e le categorie che lo veicolano sono infatti, ancora una volta, quelli messi a disposizione dai mezzi di comunicazione. Si innesca in tal modo una circolarità viziosa tra l’oggetto e il mezzo di informazione, che lacera ulteriormente la critica e il senso comune tra i due atteggiamenti, opposti ed estremizzati, di euforia e fondamentalismo, che certo non aiutano a venire a capo della questione. È su questo corto-circuito che questo fascicolo di Paradoxa sceglie di intervenire, provando a portare alla luce i ‘guasti’, vale a dire le aporie e i paradossi, della società della comunicazione: a partire da quelli del solipsismo, dell’inconsapevolezza e della disinformazione (su cui si sofferma il curatore Morcellini) si dipana un intreccio di contraddizioni esacerbate dalla realtà mediatica. Gli effetti sono nettamente percepibili nella sfera politica, con una marcata crisi

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V Incontro di Premi Nobel ed esperti – Uomo-ambiente e lo sviluppo mondiale raccordato

Uomo-ambiente e lo sviluppo mondiale raccordato: il contributo dell’alleanza operativa tra religione, scienza, economia, comunicazione Praga, 10-13 Novembre 1990 Affrontando i temi dello sviluppo, dell’ambiente, dell’uomo e dei suoi valori, il colloquio si è posto come punto di incontro tra le culture dell’est e dell’ovest europeo nell’intento di impostare un discorso antropologicamente fondato sull’uomo globale. Si è inteso, inoltre, riflettere sullo squilibrio economico mondiale prospettando un’economia raccordata che nel contempo salvaguardi la peculiarità delle singole espressioni culturali. Partecipanti: L. B. Archideo, G. Arcieri, V. Bajsic, A. Baudyscse, A. Bayer, P. Blasi, G. Brenci, F. Bucar, A. Capochichi, L. Cappugi, A. Capuder, I. Cornides, F. Cvelbar, L. De Backer, J. Dular, M. S. Elsheikh, L. Emmerji, E. Emovon, , S. Fuscagni, G. Galeotti, S. Grygiel, T. Halik, M. J. Higatsberger, R. Hill, P. Hünermann, J. Janik, H. Kakihana, P. Kampits, J. Karle, T. Kawata, V. Klaus, F. König, J. Kremer, E. Leitenberger, L. Lepri, C. Licciardo, O. Madr, V. Mathieu, I. Musu, V. Negri, P. C. Nicola, S. Ochoa, P. Okigbo, P. Pace, R. Palous, L. Paoletti , E. L. Paraiso, G. Prosperi, E. Pungor, A. Rigobello, N. A. Robinson, Z. Separovic, L. J. Sison, V. Stipetic, A. Stres, C. Valy

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Convegno Internazionale – Una nuova speranza per la sicurezza e la cooperazione in Europa

Il contributo di un’Alleanza operativa tra religione, scienza, economia e comunicazione per l’attuazione dell’Atto finale di Helsinki Vienna, 19-20 Settembre 1986 L’incontro ha avuto per tema lo stato delle relazioni internazionali a undici anni dalla firma dell’Atto finale di Helsinki sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Personalità del mondo politico e diplomatico hanno riflettuto sui molti passi ancora da compiere per arrivare ad una vera cultura della pace e di cooperazione tra le diverse parti d’Europa. L’attenzione, più che sui rapporti tra gli Stati, si è appuntata sulla dimensione umana, e precisamente sui diritti individuali, come quel campo nel quale più rimane da lavorare. Nova Spes, attraverso il lavoro comune di operatori dei diversi ambiti del sapere e delle attività umane, intende collocare l’uomo al centro degli impegni dei paesi firmatari dell’Atto di Helsinki per promuovere, attraverso un autentico rispetto dei diritti individuali e una maggiore cooperazione internazionale in questa direzione, una cultura della pace. Partecipanti: H. Beach, E. Colombo, J. Hersch, L. R. Klein, F. König, B. Kreisky, O. Lambsdorff, V. Mathieu, H. Sassmann, A. Silvestrini, C. F. von Weizsäcker

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