Laura Paoletti – COME IN UNO SPECCHIO
Poiché ora vediamo come in uno specchio […] ma allora vedremo faccia a faccia (1 Cor 13, 12) (Editoriale di Paradoxa 3/2022) Potrebbe sembrare una battaglia di retroguardia: strappare un fazzoletto di spazio al paradigma epistemologico dominante, in modo che questo, per gentile concessione, consenta alla riserva indiana delle humanities o scienze umane (lingua e lessico, si sa, sono imposti dai vincitori) di sopravvivere ancora per un po’; purché, certo, si conformino a criteri di valutazione e di ripartizione dei finanziamenti del tutto esogeni e funzionali a far risaltare la loro irrilevanza e inutilità. In realtà, come il lettore potrà cogliere fin dalle prime pagine, la domanda guida di questo fascicolo rivela un tratto decisamente ironico, perché l’ambizione di fondo non è certo quella (perdente in partenza) di dimostrare che forse, a ben guardare e con tutte le cautele del caso, un piccolo spazio per le discipline umanistiche ancora si può salvaguardare, ma quella di proporre riflessioni e argomenti che in definitiva puntano ad un ribaltamento dei presupposti stessi del paradigma tecnologico: i quali presupposti – questo il Leitmotiv dei contributi che seguono – tecnologici non sono. La messa a punto di alcuni strumenti concettuali fondamentali – come la distinzione