Paradoxa, Anno XVIII – Numero 3 – Luglio/Settembre 2024
Virtù e limiti del pluralismo a cura di Dino Cofrancesco ‘Pluralismo’ è uno di quei termini che illuminano le menti e riscaldano i cuori. A ben guardare, però, è un concetto ‘instabile’, come gli isotopi radioattivi. Tende cioè a trasformarsi in elementi diversi da quello di partenza, innescando tensioni – non sempre feconde – con i concetti con cui entra in contatto: è in rapporto strettissimo con il liberalismo o la democrazia, ma non coincide né con l’uno né con l’altra; somiglia moltissimo al multiculturalismo, al relativismo, allo scetticismo, ma sarebbe semplicistico e pericoloso confonderlo con essi. Pagina dopo pagina, una variegata fenomenologia dei campi d’applicazione del pluralismo – dalla teoria politica a quella sociale, dalla bioetica alla storia – rende via via più acuta la domanda sulla curiosa struttura interna di questa categoria, irrinunciabile ma votata a tragici cortocircuiti.