Tavola rotonda – Eutopia

21 febbraio 2013, Roma Istituto Luigi Sturzo – Via delle Coppelle 35 La crisi dell’Euro altro non è che la manifestazione più drammatica della crisi politica dell’Unione Europea. Viene meno l’uguaglianza tra gli Stati membri, rinascono spinte regressive a livello nazionale, e si fa sempre più sfumata e controversa la frontiera di quel «non luogo» in cui l’Europa consiste. È necessario, oggi, ravvivare la memoria del principio che anima l’Unione. L’Europa che sarà capace di reggere alla crisi e di diventare anche un’Unione politica, quale che sia il suo assetto, certamente non potrà essere un’Europa a 27 membri, e probabilmente sarà un’Europa a più velocità. (Marta Dassù) Partecipanti: Marta Dassù, Domenico Fisichella, Giacomo Marramao, Vittorio Emanuele Parsi A partire da Paradoxa 4-2012 “Eutopia” a cura di Vittorio Emanuele Parsi.

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Tavola rotonda – Filosofie da prima pagina. Il nuovo realismo e altre fascinazioni, 17 dicembre

17 dicembre 2012, Roma Fondazione internazionale Nova Spes – Piazza Adriana 15 a partire da Paradoxa 3-2012 “New Realism. Molto rumore per nulla” a cura di Francesca Rigotti. Filosofie da prima pagina. Il nuovo realismo e altre fascinazioni è il titolo della giornata di riflessione e dibattito, moderata dal giornalista del “Foglio”, “Corriere della Sera” e “Radio 3” Edoardo Camurri e promossa con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Tutti laureati in filosofia, alcuni anche accademici, e tutti giornalisti, o collaboratori dei media, i relatori: Giancarlo Bosetti, direttore di “Reset”, Armando Massarenti, caporedattore dello storico inserto culturale del “Sole 24 ore”, Felice Cimatti, dell’Università della Calabria e uno dei conduttori della mitica trasmissione Fahrenheit di “Rai Radio 3”, Corrado Ocone, della Direzione generale LUISS e penna del “Mattino” e del “Corriere della Sera”, Marcello Veneziani, editorialista del “Giornale”, e Francesca Rigotti, docente all’Università della Svizzera Italiana oltre che firma del “Manifesto”, di “Ticino7” e collaboratrice della Radio Televisione Svizzera. Modera: Edoardo Camurri Intervengono: Giancarlo Bosetti, Felice Cimatti, Corrado Ocone, Armando Massarenti, Francesca Rigotti, Marcello Veneziani

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Tavola rotonda – Uomini o cittadini?

4 luglio 2012, Roma Sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica – Piazza della Enciclopedia Italiana 4 Il nostro tempo manifesta in forme inedite la questione della cittadinanza, ponendo problemi che sono ben lontani dall’essere risolti. Il fascicolo 2/2012 di «Paradoxa» Uomini o cittadini? saggia i fondamenti teorici e le ricadute pratiche e normative della dialettica uomo-cittadino. L’assunto è che non esiste alternativa tra i due termini, ma un rapporto d’implicazione reciproca, in cui è l’umanità, e non la sua demarcazione giuridico-politica, a dire l’ultima parola. Il tema è dibattuto nella tavola rotonda del 4 luglio, organizzata dalla Fondazione Nova Spes presso l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.   Atti: Partecipanti: Sergio Belardinelli, Fabio Macioce, Teresa Serra, Gianluca Sadun Bordoni, Alfredo Mantovano

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Tavola rotonda – Il malessere della democrazia (o dei suoi teorici)

7 ottobre 2011, Roma Camera dei Deputati, Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto, Via del Seminario 76 A partire da Paradoxa 2/2011 “Quelli che…la democrazia” Il numero di Paradoxa sulla democrazia propone uno spartiacque inedito, che rimodella quelli tradizionali (destra/sinistra, democrazia formale/d. sostanziale, etc.): da una parte vi è chi pone, con forza, il problema di uno stato di malessere del sistema democratico, arrivando, al limite, alla denuncia di un’emergenza democratica in Italia; dall’altra c’è chi colloca questo malessere non tanto a livello della democrazia reale, quanto a livello di teorie che paradossalmente – nel tentativo di difendere o celebrare la democrazia come valore – tradiscono tratti profondamente antidemocratici. Si impongono alcune domande: la democrazia è un valore o uno strumento? Quali e quanti diritti (sociali, politici, etc.) sono costituzionalizzabili? E quali e quanti sono compatibili fra loro? Le forme di governo sovranazionali sono ‘diversamente’ democratiche? Come pensare lo spazio (democratico) per un conflitto tra visioni alternative di democrazia? Interventi: Partecipanti: Dino Cofrancesco, Alessandro Ferrara, Corrado Ocone, Piero Ostellino, Vittorio Emanuele Parsi, Gianfranco Pasquino, Antonio Polito

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Tavola rotonda – È liberale il liberismo?

17 ottobre 2012, Roma Sala Igea di Palazzo Mattei di Paganica, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani Con il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Fra le lingue più diffuse nel mondo, quella italiana è la sola a contemplare la distinzione fra “liberalismo” e “liberismo”. Per esempio, l’Enciclopedia Treccani definisce il primo termine come un «movimento di pensiero e di azione politica, che riconosce all’individuo un valore autonomo e tende a limitare l’azione statale in base a una costante distinzione di pubblico e di privato», e il secondo termine come un «sistema imperniato sulla libertà di mercato, in cui lo Stato si limita a garantire con norme giuridiche la libertà economica e a provvedere soltanto ai bisogni della collettività che non possono essere soddisfatti per iniziativa dei singoli […]». Questa duplice definizione, che identifica il liberalismo con una concezione filosofico-politica e riserva al liberismo il campo dell’economia, testimonia di quella separazione fra liberalismo politico e liberalismo economico che sta alla base della riflessione dei liberali italiani e che ha agevolato il travisamento della dottrina liberale classica da parte dei nostri economisti. A sua volta, tale separazione è stata innescata dall’assenza in Italia di un’esperienza politicamente significativa di

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Tavola Rotonda – Parole e guerra

In occasione della pubblicazione del volume di Vittorio Mathieu Conflitto e narrazione. Omero, i mass media e il racconto della guerra. 19 dicembre 2006, Roma Palazzo Corsini – Accademia dei Lincei Conflitto e narrazione sono due realtà che si intrecciano su più livelli. Non ogni parola è strumento di dialogo, e non ogni conflitto è immediatamente sinonimo di guerra. Nell’epoca dei mass-media, in cui fatto e rappresentazione sono sempre più reciprocamente connessi, una riflessione sui vocaboli, sulle metafore, sui linguaggi che strutturano i conflitti appare ineludibile. Atti: Partecipanti: P. Boitani, A. Gaston, M. Maggioni, V. E. Parsi, P. Valenza.

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Convegno – Conflitto e regole: Possiamo non dirci cristiani?

29-30 ottobre 2004, Roma LUMSA – Aula Magna – Borgo Sant’Angelo, 13 La storia ci insegna che gli uomini e le nazioni si comportano più saggiamente una volta che hanno esaurito tutte le alternative (A. Eban) Le regole servono a definire lo spazio del gioco. Che ci siano regole del gioco, di per sé non garantisce che il gioco non sia cruento e neppure caratterizza il gioco come razionale. Tanto che violare le regole può dare dei vantaggi: sul piano strategico Pearl Harbour può essere più razionale che una dichiarazione di guerra per via diplomatica. Quando invece si assumano le parti in contesa come integrate in un tutto al quale sono funzionali nella loro diversità, razionale è far sì che la loro integrità non sia messa in pericolo dalla lotta. Dalla teoria di Montesquieu dell’equilibrio dei poteri, alle costituzioni nazionali e sovranazionali – come la redigenda costituzione europea –, al diritto internazionale con la creazione di specifici organismi di tutela, definire le regole significa definire spazi e ruoli nei processi decisionali capaci di rispondere senza prevaricazioni a bisogni o diritti primari. Crescendo il numero dei giocatori cresce anche il numero degli arbitri, secondo la logica di una buona gestione del

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Convegno – Conflitto e mercato: Verso un’economia del conflitto?

Forme e gestione dei conflitti nelle società complesse 26 maggio 2004, Roma LUMSA – Aula Magna – Borgo Sant’Angelo, 13 Con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Si moltiplicano gli studi sulle patologie interne al capitalismo e sempre più sembra legittimo parlare di un’economia del conflitto, così come si parla di economia di guerra: errore di prospettiva di uno sguardo direttamente coinvolto in ciò che osserva, o mutamento effettivo nel tessuto dei rapporti socio-economici? La tesi «conflittocentrica» privilegia una considerazione sincronica eccessivamente attenta alle iperboli mediatiche o misura davvero il livello attuale dello scontro economico-sociale su quello raggiunto nel passato prossimo della Guerra Fredda? Da Marx a Weber, da Simmel a Luhmann, pensare il conflitto significa costruire una teoria della società: è dunque a questo livello che il problema deve essere affrontato, così da poter distinguere il «conflitto» dalle nozioni correlate di «concorrenza» e di «competizione», con le quali spesso viene identificato e forse confuso. E se, lungi dal rappresentare un fenomeno patologico, il conflitto fosse elemento interno alla nuova fisiologia propria di ogni assetto societario che abbia superato una determinata soglia critica? E se il conflitto non fosse semplicemente alternativo alla cooperazione? Domande teoriche, certo, ma non

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Incontro osservatorio – Conflitto e identità: Per una riflessione su conflitto e identità

17 Febbraio 2004, Roma Fondazione Nova Spes, Via Piemonte 127 Primo incontro Osservatorio. Chi posso in generale riconoscere come mio nemico? Evidentemente soltanto colui che mi può mettere in questione. […] e chi può mettermi realmente in questione? Solo io stesso. O mio fratello. (C. Schmitt) L’identità non è qualcosa di dato: è sempre il risultato di un’azione, in virtù di cui si traccia una demarcazione, mai definitiva, tra identico e diverso, tra interno ed esterno, tra proprio ed estraneo, tra amico e nemico. Il conflitto, dunque, non è un incidente di percorso: è il motore stesso del processo di costruzione del sé (persona, gruppo, civiltà), che deve faticosamente venire a patti con il debito nei confronti di ciò “contro” cui guadagna la propria identità. Lo scontro-incontro tra “sé” e “altro” è un nodo ineludibile che vale la pena di essere esplorato e che emerge ogni volta che un’identità, che erroneamente si dava per scontata, viene messa in questione. Che cosa è “sé” e che cosa è “altro” quando un organismo è malato? quando un individuo è abitato da tensioni che non governa e che lo conducono oltre la soglia che separa il normale dal patologico? quando una morale condivisa

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Tavola rotonda – Conflitto e vita: Identità e fecondazione eterologa

31 maggio 2005, Roma Sala delle Colonne – Palazzo Marini – Via Poli, 19 Quando il bambino era bambino, era l’epoca di queste domande: perché io sono io e perché non sono te? Perché sono qui e perché non sono là? Quando comincia il tempo e dove finisce lo spazio? P. Handke Le questioni di bioetica chiamano in causa sempre domande fondamentali. Suscitano confronti che, specie se affrontati sulla scorta delle urgenze dell’attualità, costringono posizioni e toni ad inasprirsi e rischiano di assumere il carattere di scontri meramente distruttivi. Nella convinzione che questo non sia l’unico esito possibile di un conflitto di opinioni, la Fondazione Nova Spes si propone di avviare, con questo incontro, una serie di iniziative che offrano a voci autorevoli, di competenze e orientamenti diversi, lo spazio per una riflessione serena e rigorosa. Il tema della fecondazione eterologa, pur dando luogo, rispetto ad altri, a contrapposizioni meno nette, nasconde risvolti estremamente delicati, che investono l’identità personale e collettiva: come si definisce l’identità di colui che viene al mondo, rispetto a quella di coloro che lo mettono al mondo? Come dirimere i casi in cui i rispettivi diritti sembrano entrare in conflitto? In che termini si può parlare

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