Il tema dei diritti umani risulta controverso per le molte problematiche inerenti al significato da attribuire ai termini “diritto” e “uomo”. Infatti se al termine diritto diamo una connotazione storico geografica relativa ad un determinato contesto geografico e ad una data epoca storica vediamo che la concezione storico positiva dei diritti si incarna ogni volta con esempi di contenuto diversi. L’interpretazione positiva del diritto riduce l’esperienza giuridica al passaggio delle convenzioni che una determinata società si da in termini di convenzioni civili o di accordi e consuetudini. In questo contesto l’umanità del diritto si inserisce in una concezione privatistica dell’uomo. L’uomo non è una categoria giuridica poiché appartiene alla definizione filosofica o morale. Quindi l’appello ai diritti dell’uomo diviene nella concezione positiva un richiamo etico che fa da preambolo alla serietà positiva dei singoli diritti esperie bili giudizialmente e nei quali si confrontano i veri interessi materiali delle parti in causa. Secondo un’altra prospettiva, quelle del diritto naturale l’espressione diritti dell’uomo, ha una valenza sostanziale e non formale poiché esprime l’intrinseco valore del diritto che o è per l’uomo e non è diritto, anche se fosse positivizzato in codici o legislazioni vigenti. Questa accezione non esclude processi di positivizzazione o codificazione particolari, confermando la loro efficacia e vigenza storica, ma rimette il valore dell’agire non nell’espressione della legge, ma nella ratio della legge. Per cui è il senso della legge che fa divenire una legge “legge” o espressione di un diritto umano. Questa ambivalenza semantica dell’espressione diritti dell’uomo è stata l’oggetto di un recente convegno di cui diamo nota.
Nel contesto della tematica dei “Diritti dell’uomo e dialogo interculturale nel Mediterraneo” si è svolto il convegno, dal 27 al 29 marzo, nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Teramo, organizzato dal Prof. Gianluca Sadun Bordoni (Cattedra di Diritti dell’Uomo). Il convegno ha preso spunto da due importanti e convergenti ricorrenze: nel 2008 cade, infatti, il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo e l’Unione Europea ha dichiarato il 2008 “Anno Euro-Mediterraneo per il Dialogo Interculturale”.
Il convegno si è misurato con la problematica ricezione dei diritti umani nelle tradizioni filosofico-giuridiche e costituzionali dei paesi del Mediterraneo e il loro ruolo nel dialogo politico, culturale e religioso. La Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo è membro della Fondazione Euromediterranea “Anna Lindh” e il convegno ha fatto parte della campagna “1001 azioni per il dialogo” prevista dalla Fondazione per il 2008, con il sostegno della Commissione europea. Inoltre questa iniziativa è rientrata tra le proposte del progetto “Mosaico. Melting the Colours of Europe”, coordinato dal Ministero per i Beni Culturali in occasione dell’anno euro-mediterraneo del dialogo tra le culture. Nell’occasione del Convegno è stata anche inaugurata la mostra “Vignette dal mondo per i diritti umani” che è rimasta in esposizione presso l’atrio dell’Aula Magna del Campus di Coste Sant’Agostino, dal 27 marzo al 27 aprile.
I lavori si sono aperti col saluto delle autorità istituzionali e accademiche in cui sono intervenuti il Mauro Mattioli, (Rettore Università degli Studi di Teramo), Rita Tranquilli Leali (Preside Facoltà di Giurisprudenza), Ernino D’Agostino (Presidente Provincia di Teramo), Giovanni Chiodi (Sindaco di Teramo), Mimmo Srour (Assessore Regione Abruzzo alle Relazioni con i Paesi del Mediterraneo), Mario Nuzzo (Presidente Fondazione Tercas). Nel pomeriggio la Tavola rotonda ha affrontato i temi della protezione dei diritti degli immigrati e il ruolo delle istituzioni e del terzo settore. Moderata da Paolo Albi (Presidente Consiglio Comunale Teramo) sono intervenute, Akila Ouared dell’Osservatorio Nazionale Diritti umani in Algeria e Presidente Associaz. Donne Marocchine in Italia, con un intervento su: Droits humains-Droits spécifiques: un long combat e Souad Sbai, soffermandosi su un tema controverso e molto attuale come quello del relativismo culturale. Il fenomeno dell’immigrazione e la sua gestione quotidiana è stato invece affrontato da Angela Pria (Direttore Immigrazione e Polizia delle Frontiere). Inoltre sono intervenuti con interessanti e competenti osservazioni, Gnesotto Gianromano (Direttore nazionale Migrantes per gli immigrati e i profughi), Kostandin Gjergji (Presidente Associazione Culturale Metissages), Michela Manente (Servizio Orientamento Immigrati – Caritas Diocesana), Luigi Puca (Consigliere per la Pace – Provincia di Teramo), Anna Rita Silvestri (Educatrice e promotrice del laboratorio mediazione interculturale “Parole altre dentro” – Istituto Penitenziario di Teramo). Ha concluso la giornata Mauro Di Dalmazio (Assessore alla Cultura Comune di Teramo). Anche in questa prima sessione è emerso come al dila dei buoni propositi, la radice della democrazia intesa in senso giuridico ha come fondamento i diritti fondamentali della persona che sono i diritti di libertà. Senza libertà non c’è democrazia, nel senso che il presupposto del gioco democratico è la possibilità di espressione della personalità umana che si formalizza nei diritti civili. Il liberalismo occidentale ha ormai confermato un aspetto definitivo nella concezione dei diritti. Il mondo islamico si trova in una fase di passaggio tra una laicizzazione dello Stato e un ritorno del fondamentalismo religioso che trova nelle fasce più deboli e povere della popolazione una nutrita schiera di sostenitori. Alla radice delle diverse interpretazioni dei diritti umani sta la concezione dell’inviolabilità della persona. Il personalismo ontologico è una precisa corrente di pensiero che si è sviluppata nel contesto europeo occidentale, e non trova una coerente comprensione nella tradizione islamica.
Il giorno seguente ha aperto i lavori, Gianluca Sadun Bordoni, sottolineando le diverse posizioni sulle concezioni dei diritti umani. Al centro del dibattito sui diritti umani rsiede la questione sul come intendere il contenuto del singolo diritto da un lato e della concezione della libertà umana dall’altro. La costruzione delle regola giuridica che pone un limite alla libertà umana trova una prima difficoltà nel senso da attribuire al contesto culturale nel quale si inserisce il diritto. Il primo intervento è stato svolto da Stelio Mangiameli dell’Università degli Studi di Teramo, sui diritti umani nel Mediterraneo e le prospettive costituzionali e internazionalistiche, in cui è emerso il difficile percorso di conciliazione tra la tradizione religiosa di singoli paesi e le istituzioni “civili”. Maurice Borrmans della Pontificia Università di Studi Arabi e Islamistica ha approfondito la Dichiarazione Universale del 1948 e le recenti Dichiarazioni dei Diritti dell’Uomo nell’Islam mettendo in evidenza le contraddizioni tra le affermazioni formali e le costituzioni materiali. Sari Nusseibeh (Rettore Università Al-Quds di Gerusalemme), ha svolto la sua relazione sul tema Gas-less in Gaza: The Israeli Supreme Court’s Decision. Questo esame della giurisprudenza sulla definizione di diritti umani come diritti di libertà posisitva e negativa è stata ripresa dall’intervento di Maalmi (Università Hasan II di Casablanca), nella sua relazione The Arabic Constitutions and Universal Human Rights Abdelouahab. Antonio Marchesi dell’Università degli Studi di Teramo ha esaminato un aspetto specifico della tematica dei diritti umani quello del diritto di asilo nella relazione: “Diritti umani, diritto di asilo ed espulsioni nella prassi recente degli Stati europei”. Sui diritti umani e la pluralità delle culture nelle diverse prospettive filosofiche e religiose è intervenuta Gabriella Esposito dell’Università degli Studi di Teramo. Norbert Hinske dell’Università di Trier ha svolto un’interessante e rigorosa esposizione sul tema della cultura europea: Europäische Kultur als Gesprächskultur. Il problema del politeismo dei valori e i diritti umani è stato affrontato da Francesco Viola dell’Università degli Studi di Palermo in cui ha sottolineato come la pluralità dei significati deve coincidere con un dovere di rispetto reciproco. “Incontrare l’altro nel dialogo oltre la tolleranza” è stato il titolo della relazione di Francesca Zanuso dell’Università degli Studi di Verona che ha messo in evidenza come l’alterità può essere organizzata solo all’interno del paradigma del dialogo forte e approfondito sulle singole questioni. Jack Bemporad dell’Università Pontificia S. Tommaso d’Aquino ha sviluppato la sua relazione intorno allo studio delle Sacre Scritture: “The Bible, Human Rights and Dialogue”
La relazionalità tradita dalla globalizzazione è stato l’oggetto dell’intervento di Guido Saraceni dell’Università degli Studi di Teramo dal titolo: “Comunicazione vs. Conversazione. Confini e frontiere delle città monoculturali”. Osman Tastan dell’Università di Ankara in “Human rights in Islamic Law: Religion, Law and Politics “ ha mostrato come il diritto islamico abbia una componente identitaria molto marcata e definita. Infine le conclusioni dell’intensa giornata sono state espresse da Agata Amato Mangiameli dell’Università “Tor Vergata” di Roma che ha mostrato come controverso possa essere l’approccio ai diritti umani a partire dal linguaggio metaforico. L’aspetto interessante della discussione che ne è seguita può essere condensato sia nell’approccio metodologico molto diverso dei singoli interventi sulla filosofia della conoscenza dei diritti umani sia nel contenuto. Da un lato la globalizzazione che uniforma appiattisce e burocratizza l’agire sociale in forma prestabilite dal laicismo, dall’altro la concezione primitiva della violenza contro i diritti come riconoscimento di un dovere sociale tradizionale.
L’ultimo giorno è stato rivolto all’analisi politica delle prospettive dell’integrazione euro-mediterranea. Numerosissime sono state le suggestioni degli interventi di cui riposrtaimo solo i nominativi senza entrar sui contenuti. Moderati da Gianluca Sadun Bordoni sono intervenuti Franco Marini (Presidente del Senato della Repubblica), Franco Frattini (Vice-Presidente Commissione Europea ), Ottaviano Del Turco (Presidente Regione Abruzzo), Khaled Fouad Allam – (Deputato della Repubblica), Pialuisa Bianco (Presidente High European Research Act), Italo Bocchino, (Deputato della Repubblica), Savino Pezzotta, (Presidente Consiglio Italiano per i Rifugiati), Gaetano Quagliariello (Senatore della Repubblica).
Al centro della questione dei diritti umani non sta nella convinzione personale e privata di scegliere liberamente la dimensione che più aggrada e realizza la persona umana, quanto nella non imposizione ad altri di una convinzione che gli appartiene come scelta consapevole. Acanto alla dimensione privata si sono confrontate due diverse posizioni pubbliche. Una che sostiene un intervento promozionale dello stato a favore un’opzione ideologica precisa e condivisa. Questo avvalora ad esempio la concezione della giustizia sociale nella parità die diritti, oppure una concezione libertaria in cui al pubblico è lasciata solo la sfera della difesa dell’ordine internazionale o dei macro interessi collettivi come il commercio, i trasporti. Già sul tema dell’educazione pubblica ai diritti in questa visione sia “il cosa” sia “il come” insegnare, appare controversa e difficilmente applicabile se non intermini di scontro e di rapporti di forza.
Il convegno è il risultato di un intenso lavoro preparatorio e organizzativo ed è riuscito a contenere tutti i contributi più autorevoli del panorama internazionale che in ottica interdisciplinare si sono confrontati sul tema. I problemi emersi riguardano il fondamento del limite alla libertà umana e il senso intrinseco dei diritti umani come diritti promozionali dell’umanità che non può essere delimita tata secondo precetti estrinseci o formali non precedentemente fondati con un argomento relazionale. Questo punto è risultato rilevante sia per la discussione sulle forme di Stato e di governo democratico sia per quanto concerne la parità e l’uguaglianza femminile rispetto a precetti religiosi. La tematica dei diritti uamni dopo un inizioale accordo universale sta rivelando tutta la difficoltà di costruzione di un pensiero condiviso sul contenuto dei diritti. In conclusione le giornate sono state ricchissime di spunti interessanti e sicuramente porteranno ad ulteriori sviluppi nel confronto filosofico giuridico sulla tematica dei diritti umani.