Paradoxa, ANNO VII – Numero 3 – Luglio/Settembre 2013

e-democracy?
A cura di Franco Chiarenza

Oggi la democrazia deve fare i conti con internet, nella consapevolezza che esso rappresenta un cambiamento radicale nella storia della comunicazione, che rimette in discussione – nel bene e nel male – il principio della libertà di espressione. Ciò su cui è opportuno interrogarsi, allora, è la natura del legame tra comunicazione virtuale e dimensione politica: la rete incarna la massima espressione della democrazia o, viceversa, rappresenta il trionfo dell’antipolitica? In che modo e in che misura Internet incide e orienta la partecipazione pubblica? La e-democracy impone di ripensare le categorie che codificano i tradizionali sistemi di rappresentanza. Il problema, come sottolinea il curatore Chiarenza, ha una specifica rilevanza in seno a una democrazia che si voglia liberale, ovvero tesa alla salvaguardia dei diritti degli individui. Ed è in questa direzione che, da molteplici angolazioni, si muovono le riflessioni degli autori chiamati a discuterne. Se da un lato, infatti, l’assenza di mediazione partitica o la concezione del partito quale struttura reticolare va nella direzione di un ritorno alla sfera pubblica, dall’altro i rischi inscritti nella democrazia digitale sono molti, e investono immediatamente la quantità delle informazioni rese disponibili, e per contro la capacità critica del fruitore di soppesare, verificare, discriminare. Rifuggendo una facile resa alla demonizzazione ma, dall’altro lato, non mancando di rilevare le insidie di un (cyber)spazio politico orizzontale e pluridirezionale, questo fascicolo di Paradoxa prova a sondare, e tracciare una via di confronto senza pregiudiziali: la sola che possa consentire un uso ottimale e liberale dei nuovi strumenti interattivi.

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